L’opera libraria, esattamente come qualsiasi altra opera d’arte, ha una gamma vastissima di fatture, qualità e materiali differenti, che ne vanno a caratterizzare di volta in volta le singolarità e, di conseguenza, anche il valore di mercato.
Tanto più antico, finemente lavorato o impreziosito sarà il manufatto, tanto più elevato sarà il suo valore economico, da qui la naturale attenzione al materiale di cui ogni volume o libro è formato per la maggior parte: la carta.
La carta, come la conosciamo oggigiorno, è un’invenzione relativamente recente, o più correttamente è un’invenzione antichissima - in Asia ci sono rilievi archeologici che collocano l’utilizzo di carta in fibra già un millennio orsono - ma di relativamente recente diffusione nel mondo occidentale.
La carta non è tutta uguale. Libri e manufatti di alto pregio devono la propria unicità ed esclusività anche in virtù della ricercatezza e della qualità dei materiali impiegati per il loro confezionamento: probabilmente alcune carte non siamo neppure abituati a maneggiare, se paragonata alle carte che di solito vanno a comporre i nostri libri, magari in edizioni economiche, o le ben meno pregiate riviste e quotidiani.
La carta in fibra di cotone
È una carta ricavata al 100% dalla fibra di cotone ed ha uno spessore ed una consistenza assolutamente non comuni. Non ha solo dei pregi estetici o qualitativi, ma detiene prestazioni notevoli anche in tema di durevolezza. Si danneggia solamente attraverso comportamenti attivi - quindi se strappata con forza, accartocciata o materialmente spezzata - mentre risulterà incredibilmente durevole al trascorrere del tempo. Questa caratteristica la rende la scelta ideale per la confezione di documenti formali o di grande importanza, quanto non di libri d’arte o volumi pensati per essere durevoli attraverso i decenni.
La carta di Amalfi
La carta di Amalfi è probabilmente una delle tipologie di carta più antiche e pregiate che si possano far risalire alla nostra penisola, di cui infatti vi è traccia sin dal tredicesimo secolo. Anticamente si pensava fosse un materiale raffinato ma di scarsa durevolezza, convinzione empiricamente contraddetta dai numerosi esemplari sopravvissuti sino ai giorni nostri, in cui tale materiale risulta particolarmente utilizzato ed apprezzato per inviti e cerimonie eleganti e solenni.
La carta di Amalfi presenta delle caratteristiche peculiari, in virtù del fatto che non risulta composta da base di cellulosa - quindi a partire dal legno - bensì mantiene ancora l’impostazione medievale e rinascimentale, ovverosia una base composta da fibre di lino, cotone e canapa, sminuzzate e compattate, particolarità che dona a questo tipo di carta un aspetto candido ed una consistenza morbida, a tratti persino impalpabile.
La pergamena morbida
In alternativa, anche al giorno d’oggi è possibile, per i clienti più esigenti, effettuare apposite stampe su pergamena morbida. Le possibilità della moderna tecnologia rendono infatti possibile confezionare delle pergamene lavorate per essere morbide e malleabili esattamente come quelle con cui venivano confezionati i volumi medievali, solo che in un tempo di produzione esponenzialmente minore rispetto a quanto richiesto in epoche più risalenti.
Per quanto concerne invece la rilegatura, i libri più pregiati vengono coperti da uno strato protettivo generalmente confezionato in pelle animale, di modo che quest’ultima possa venire trattata artigianalmente. Per le rilegature potranno essere scelte pelli di vario genere e di vari animali, pelli di capra, montone, bufalo, per quanto la scelta migliore, in termini di lavorazione e di morbidezza, resti sempre la pelle di vitello.
La carta marmorizzata
La marmorizzazione della carta è una tecnica artistica decorativa antichissima che giunge a noi dall’Oriente.
Seguendo delle impostazioni filosofiche molto radicate in queste zone del mondo, la decorazione e l’estetica assumono un’importanza fondamentale, arrivando a coniugare perfettamente decorazioni astratte e le forme e i colori della natura.
Questa carta decorata si ottiene combinando in una vasca pigmenti, oli e acqua aventi diversa densità che una volta “scritti” dall’artigiano creano dei disegni unici e irripetibili. Una volta adagiata sopra la carta creano una trama finemente dettagliata che riesce a simulare le caratteristiche delle venature e delle sfumature che caratterizzano i marmi più pregiati.
La tecnica ebru
La parola ebru deriva dal persiano ebri ovvero nuvoloso e allude in modo poetico alla labilità dell’immagine che si genera sospeso in un liquido. Questo procedimento importato dalla Persia verso la metà del 1500, si è diffuso in Europa nel XVII secolo.
Una volta preparati i colori nella superficie liquida, l’artigiano inizia il suo disegno: dall’ordinato caos multicolore vengono composti fiori, alberi, pesci e animali.
Suminagashi
È l’arte giapponese che disegna con l’inchiostro galleggiante in acqua cerchi perfetti e concentrici, linee morbide che evocano fioriture, nuvole e mari in tempesta. È una pratica che si avvicina alla filosofia zen capace di creare motivi tanto suggestivi quanto semplici, tanto raffinati quanto impattanti. Le immagini impresse sulla carta ritraggono le emozioni dell’artista che lo crea.
Xilografia
La xilografia è una tecnica di incisione e si ottiene asportando tramite sgorbie la parte superiore di una tavoletta di legno “risparmiando” in superficie solo il disegno da riprodurre che risulta quindi in rilievo. L’intaglio è un lavoro che richiede l’abilità e l’esperienza di artigiani specializzati.
Il risultato ottenuto chiamato “matrice” viene inchiostrata e utilizzata per stampare principalmente su carta e seta. Il successo dell’incisione così fatta esplose con la diffusione della carta “moderna” ed ebbe grandissimo utilizzo nei testi religiosi. Nel Cinquecento l’incisione diventa il mezzo per illustrare i primi libri a stampa poiché con il torchio poteva essere inserita la matrice con l’immagine insieme al testo rendendo il processo molto più veloce ed economico.
Nel XVIII secolo la stampa xilografica è abbandonata in favore dell’incisione calcografica eseguita su matrici in metallo più durevoli, fino allo sviluppo della xilografia su legno di testa che da riporta in voga la tecnica tradizionale su tavolette ottenute tagliando il tronco nel senso della lunghezza.