Un libro o un manoscritto non sono affatto diversi da un’opera d’arte, come un quadro o una scultura esposta in un museo. Rappresentano la creatività, la fantasia e l’ingegno umano sotto forma concreta e tangibile, una prova inoppugnabile dello spirito umano e dell’intelligenza dell’autore concretizzatasi in forma fisica, spesso e volentieri con il preciso intento di resistere alle ingiurie e alle inclemenze del tempo.

In modo particolare per quanto riguarda la produzione libraria più antica, proprio in virtù della grande importanza, dei considerevoli costi e della scarsità di materie prime, i volumi erano composti con la precisa idea di consegnarli ai posteri, di generazione in generazione, come testimoni di arte, cultura e sapere attraverso i secoli. E questa loro virtù è spesso ancora valida ai giorni nostri, come rendono evidente i molti volumi - talora antichi di secoli - attualmente in possesso di musei, fondazioni e collezioni private.

Diversamente dall’opera d’arte propriamente detta - come ad esempio le opere pittoriche, le sculture o gli affreschi - i libri e i manoscritti nascono per rendere possibile e fruibile la loro consultazione, essendo pertanto molto più esposti agli agenti esterni, all’incuria di chi dovesse maneggiarli distrattamente o senza criterio e all’obsolescenza causata da condizioni di conservazione non ottimali.

Per queste ragioni il compito e la missione dei restauratori di libri e manoscritti è tutt’altro che semplice e necessita contemporaneamente di grande perizia, attenzione e scrupolosa cura del manufatto, che spesso rischierebbe di danneggiarsi ulteriormente se non trattato secondo regole precise e con tutta la delicatezza che questo specifico lavoro richiede necessariamente.

Testimoni di una grande tradizione e di standard qualitativi tra i più elevati al mondo, l’Italia spicca senza alcun dubbio come secolarizzazione e consolidamento di cura e tecniche all’avanguardia nella cura, nella conservazione e soprattutto nel restauro di libri e volumi che spesso hanno secoli e secoli di storia alle spalle, ma che nelle mani dei nostri più esperti restauratori sembrano quasi non temere il lento e inesorabile seguitare del tempo.

L’entità e l’intensità dipendono poi da una vasta gamma di fattori. In primis, dal livello di conservazione ed eventuale deterioramento del volume o del manoscritto. Come è facile intuire, tanto più saranno ingenti eventuali danni causati dall’incuria o dagli agenti esterni, tanto più impegnativo ed invasivo si troverà a divenire il processo di restauro tale non solo da poter risolvere questo tipo di problematiche, ma anche in grado di consegnare il manufatto restaurato alla prova del tempo che verrà.

Qui corre una delle grandi differenze tra le tipologie di restauro. Qualora infatti l’entità dei danni o del deterioramento non sia eccessiva, si potrà provvedere ad un restauro non invasivo, comunemente noto anche come piccolo restauro. Tale tecnica prevede la messa in opera di tutta una serie di procedimenti, cure ed accortezze tali da riportare letteralmente alla luce il manufatto, senza tuttavia manipolarlo più dello stretto indispensabile, senza andare a scucire o smontare le componenti del volume.

Al contrario invece, qualora il manufatto dovesse necessitare di interventi più laboriosi perché fortemente intaccato dal tempo, dalla polvere, dall’esposizione a condizioni deteriori o da danneggiamenti di vario genere, si renderà necessario un intervento più complesso e senz’altro più invasivo rispetto a quello poc’anzi paventato.

Ecco quindi che, qualora il singolo caso lo renda necessario o la faccia la volontà espressa del proprietario o del committente, si andrà a procedere ad un tipo di restauro totale, che prevedrà anche di smontare l’intelaiatura del volume, in quanto anch’essa potenzialmente danneggiata.

Tra le due tipologie di intervento la sola differenza consta appunto nella necessità o meno di provvedere a smontare la struttura portante del manoscritto, al di là di quanto si potrebbe supporre. Non sussiste una differente difficoltà di intervento, in quanto in ogni caso andare a porre mano su di un manufatto antico è da qualificarsi ed intendersi come un’operazione ardua e delicatissima, per la quale è sempre e comunque necessario padroneggiare al meglio questa specifica arte e dotarsi di moltissimo zelo.

Proprio in virtù della delicatezza che ogni singolo intervento di restauro su un’opera libraria comporta, la fase di progettazione è una tappa obbligata e di importanza cruciale per il lavoro del restauratore di libri e volumi antichi. Nessun tipo di intervento, neppure il più apparentemente semplice potrà infatti prescindere da una ponderata fase diagnostica di tutte le particolarità dell’opera e dell’intervento da eseguire. Conoscere il manufatto nei minimi dettagli è un prerequisito di importanza cruciale per il restauratore.

Lo studio del manufatto e delle sue particolarità integra in sé la fase dello studio dei materiali
, dove si intendono sia quelli di cui l’opera risulta composta, sia tutti quei materiali e composti che eventualmente andranno ad esservi posti in contatto. È piuttosto intuitivo il fatto che spesso per poter intervenire su un opera libraria andranno ad essere impiegati materiali ‘nuovi’, procedura che tuttavia avverrà nella più totale sicurezza, proprio in virtù di una approfondita fase di studio e valutazione preventiva.

Ad ulteriore garanzia della cura e della delicatezza degli interventi, anche i più cospicui, subentra l’importanza della reversibilità dei trattamenti e della maggioranza dei materiali utilizzati, la cui posa o il cui impiego potrà essere eventualmente sospeso o interrotto qualora vengano riscontrate delle anomalie o dei problemi non emersi in sede di progettazione e diagnostica.

Oggigiorno, specialmente in Italia, le tecniche e gli studi sulla restaurazione dei libri e dei volumi antichi sono particolarmente apprezzate, progredite e all’avanguardia, tanto da fare letteralmente scuola nel mondo, soprattutto nei paesi anglosassoni dove questo tipo di tradizione del restauro librario ha visto svilupparsi e consolidarsi un crescente interesse soltanto in tempi più recenti.